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Idromele Chimere alla fiera di Lazise

Idromele Chimere sarà presente con un suo stand alla

35^ Fiera Nazionale di Apicoltura per l’Agricoltura “I Giorni del Miele”

 che si terrà a Lazise il 3, 4, e 5 ottobre 2014.  

 

Orario apertura al pubblico 10:00 - 20:00 - ingresso libero

L'origine dell'espressione "la luna di miele"

L'espressione Luna di Miele ha origini molto antiche e benché siano rintracciabili più versioni a definirne il significato, tutte riportano la medesima storia. Si narra infatti che ai giovani sposi benestanti dell’antica Roma e dell'antica Grecia venissero portati in dono del miele e/o dell'idromele (entrambi doni pregiati e per questo emblemi di ricchezza poiché fin dall'antichità prodotti decisamente costosi), in quantità da poter durare per tutta la durata di “una luna” dopo il matrimonio, ovvero di un mese. Allora si pensava che la bevanda garantisse la fertilità nella donna e la virilità nell’uomo.

L’usanza di donare idromele è comprovata fino al Medioevo. Sicuramente la tesi più affascinante rimane quella che fa risalire l’espressione ad oltre 4000 anni fa, ovvero: ai tempi dell'antica Babilonia, per gli tessi identici motivi.

L'origine del carattere tipografico della scritta CHIMERE

La diaspora dei primi tipografi tedeschi dopo il sacco di Magonza nel 1462 porta molti di essi a venire in Italia, ricca e culturalmente avanzata, per ricercare mecenati che potessero finanziare la nuova ‘artem artificialiter scribendi’. Uno di loro, Johann Numeister, allievo di Johann Gutemberg, con alcuni compagni è a Foligno (1463), come copista di manoscritti.

In questa città trova i finanziatori dell’arte segreta, i fratelli Mariotto ed Emiliano Orfini nobili imprenditori folignati. Emiliano, vista la sua attività come orafo e zecchiere pontificio, con le sue qualità di incisore, disegna le lettere per la stampa. La società tipografica stampa, nel 1470 ‘ De bello italico adversus Gothos’ di Leonardo Bruni, l’anno seguente ‘Epistolae ad familiares’ di Cicerone e, l’11 Aprile 1472, la prima edizione della Divina Commedia.

L’esemplare usato nella stampa della ‘ Divina Commedia di Foligno’ è stato individuato nel manoscritto trecentesco conservato nella biblioteca del Seminario di Belluno, cosiddetto Lolliano 35, appartenente ai Danti del Cento, gruppo di manoscritti trecenteschi della Divina Commedia.

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