Cosa è l’idromele e... cosa non è!
L'idromele è il Nettare degli dei, l'Ambrosia; l'idromele è la preziosa bevanda meditativa e seducente che dona Sapienza e Poesia a coloro che la bevono; l'idromele è passione pura della quale voglio raccontare. Il nome proviene dal greco antico ýdro e mèli: acqua e miele. È infatti la bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del miele in acqua, e non – come molti credono - delle mele. Quello è il Sidro, decisamente un'altra cosa! Né tanto meno è, come capita di leggere - o ancora peggio di bere - un infuso superalcolico di miele ed acqua. Nulla di più lontano dall'idromele!
Come si comporta l'Idromele:
Iniziamo subito con il precisare che l'idromele pur provenendo dal processo fermentativo esattamente come il vino, la birra e il sidro, non è e non può essere assimilabile a questi.
L'idromele è idromele. Il suo mosto è composto da acqua e miele e il grado zuccherino del miele è elevato; molto più elevato di quello del vino! Questo vuol implica che la bevanda anche dopo aver terminato il processo di fermentazione, può riproporre una seconda fermentazione o rifermentazione, meno evidente e violenta rispetto alla prima, anche dopo imbottigliato e a distanza di qualche mese.
Questa seconda fermentazione che ha il compito deve naturalmente finire il suo ciclo e determinare l'assetto finale della bevanda, è riconoscibile a occhio dalla catenella di bollicine che risale in superficie se si scuote la bottiglia, dal rumore tipico dei prodotti frizzanti al momemto dello stappo e dal tipico, quanto gradevole, solletichio al palato. La qualità leggermente frizzante del prodotto normalmente tende a svanire aprendo la bottiglia e lasciandola ossigenare, o smuovendo la bevanda una volta versata nel calice con l'aiuto di uno stecchino.
Questo non significa in alcun modo che il prodotto sia deteriorato o non sia buono! Poichè l'idromele è prodotto artigianalmente e non industrialmente, le produzioni -sempre diverse-, non rispondono ad uno standard (nè vogliamo che lo sia!).
– L'idromele tende a cambiare colore non solo per le diverse caratteristiche dei mieli usati in produzione ma anche in virtù del tempo di invecchiamento.
– L'idromele dopo circa un anno dal suo confezionamento, tende naturalmente a formare del deposito. Anche per questo aspetto, non significa che l'idromele non sia buono. Semplicemente bisogna tener conto che la materia prima con la quale si ha a che fare è il miele! A notare, questo comportamento lo hanno infatti i vini rossi dalla gradazione alcolica piuttosto elevata.
Questi aspetti implicano un continuo monitoraggio e una lavorazione attenta e periodica dell'idromele che ne fanno un prodotto complesso e delicato, da trattare con particolare attenzione e cura.
– Un idromele di uno/due anni è un idromele giovane, novello; che presenta i sentori freschi e genuini del miele e quelli dell'alcol. Un idromele giovane può presentarsi acora mosso causa effetti della seconda fermentazione.
– Gli aromi rimangono inalterati anche dopo un anno dalla sua apertura se conservato chiuso con apposito tappo fuori o dentro il frigorifero.
Premessa
Quello che trovate riportato di seguito, dalla descrizione ai suggerimenti gastronomici, si riferisce unicamente alle tipologie di Idromele Chimere. Ogni produttore custodisce gelosamente la propria ricetta e segreti e in particolare segue i propri processi produttivi; questo fa sì che vi siano tanti idromeli diversi quanti sono coloro che lo producono.
Un buon idromele si riconosce innanzitutto dal profumo. E per eccitare le papille gustative bisogna prima inebriarsi con l'olfatto. In un idromele giovane il profumo è dirompente; spicca l’odore genuino del miele e dei fermentati in cui si ravvisa quello dell'alcol. Con la maturazione la bevanda inizia un processo di naturale affinamento per il quale i profumi s'ingentiliscono e il sapore acerbo e variegato si ammorbidisce restituendo una più complessa gamma di sfumature. Anche a livello cromatico la bevanda assume un colore più scuro. I profumi dell'idromele si possono suddividere in tre categorie:
profumi primari: derivanti dal miele;
profumi secondari: derivanti dalla fermentazione;
profumi terziari: determinati dall’invecchiamento.
Va servito e consumato per una maggiore gradevolezza fresco tra i 6 e gli 8 C°.
Per percepirne le fragranze è consigliabile roteare il bicchiere – meglio se a stelo lungo, così da non alterarne la temperatura e procedere con brevi inalazioni. Esattamente come faremmo con il vino! La varietà del suo profumo si apprezza anche a bicchiere fermo in modo che le sostanze volatili meno veloci siano percepite, soprattutto per gli idromeli invecchiati in cui sono protagonisti i profumi terziari. In linea generale: in un idromele giovane (dai 4 ai 14 mesi), il profumo predominante è quello fresco e florale del miele; mentre in un idromele invecchiato il sentore della freschezza florale viene mitigata dal tempo e si sviluppa un odore più liquoroso. Le tipologie di Idromele Chimere vengono affinate e invecchiate in acciaio per mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche dei mieli d'origine senza che altri agenti vadano a corromperne l'integrità aromatica ed olfattiva. A tale proposito, in particolare se non si conosce la bevanda, è preferibile che la prima degustazione avvenga in purezza.
Tulipano: il bicchiere per la degustazione dell'idromele ha la forma di un fiore
Per la degustazione dell'idromele si utilizzano i tipici calici da passito con la campana a tulipano o quelli da vino più piccoli rispetto agli abituali; bicchieri a stelo lungo che permettano una buona presa senza per questo riscaldare l'idromele con il calore della mano visto che va servito e consumato fresco tra i 6 e gli 8 ° C; è anche importante che lo spessore del vetro sia quanto più possibile sottile per consentire una migliore e più neutrale degustazione. Per questo l'uso di bicchieri più piccoli e panciuti consente un più completo intendimento della profondità degli aromi anche in relazione alla loro salita lungo il calice e al loro impatto alcolico sul naso che viene equilibrato dalla giusta areazione. L'idromele va degustato con calma; gli aromi non devono disperdersi, ma neppure riempire e occludere il naso.
Idromele Chimere sarà presente con un suo stand alla 35^ Fiera Nazionale di Apicoltura per l’Agricoltura “I Giorni del Miele” che si terrà a Lazise il 3, 4, e 5 ottobre 2014. Orario apertura al pubblico 10:00 - 20:00 - ingresso libero
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L'espressione Luna di Miele ha origini molto antiche e benché siano rintracciabili più versioni a definirne il significato, tutte riportano la medesima storia. Si narra infatti che ai giovani sposi benestanti dell’antica Roma e dell'antica Grecia venissero portati in dono del miele e/o dell'idromele...
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L'origine del carattere tipografico della scritta CHIMERE: La diaspora dei primi tipografi tedeschi dopo il sacco di Magonza nel 1462 porta molti di essi a venire in Italia, ricca e culturalmente avanzata, per ricercare mecenati che potessero finanziare la nuova ‘artem artificialiter scribendi’. Uno di loro, Johann Numeister, allievo di Johann Gutemberg, con alcuni compagni è a Foligno (1463), come copista di manoscritti.
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